Palazzo Barbieri - Comune di Verona Piazza Bra - 24/05/19
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Venerdì 15 marzo, al primo sciopero globale per il clima, solo a Verona hanno partecipato oltre 5000 persone, in Italia più di 400 000 e in tutto il mondo più di 1.8 milioni. Una partecipazione massiccia, che ha dimostrato quanto sia sentito il tema dell'emergenza climatica.
Tuttavia, la classe politica continua a proporre soluzioni inefficaci e spalmate in periodi di tempo eccessivamente lunghi per riuscire davvero a risolvere il problema.
Per questo la lotta ai cambiamenti climatici deve continuare a reclamare l’attenzione delle classi dirigenti del mondo, incitandole ad applicare misure urgenti, tempestive e consistenti per contrastarne le cause e contenerne gli effetti.
Il 24 maggio scenderemo nuovamente in piazza, a Verona, in tutta Italia, in tutto il mondo, per il secondo sciopero globale contro i cambiamenti climatici.
Cambiamo il sistema non il clima.
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Gli attivisti, ispirati dalle parole di Greta Thunberg, rivendicano l’importanza della scienza nel capire e risolvere questa crisi considerando che, secondo l’ultimo report dell’IPCC - l’organismo scientifico dell’ONU - ci sono rimasti circa undici anni per evitare di oltrepassare il punto di non ritorno.
Per ridurre in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici viene richiesto che venga rispettato l’Accordo di Parigi, che l’aumento di temperatura globale non oltrepassi i 1.5ºC e che la giustizia climatica diventi una delle prerogative al nostro modello di sviluppo.
Tramite una petizione di change.org, come primo passo #FridaysForFuture Italia sta chiedendo al governo italiano di iniziare oggi stesso la transizione a un sistema economico basato su energie pulite e rinnovabili, per evitare all’Italia, all’Europa e al mondo intero gli effetti degli sconvolgimenti climatici: catastrofi naturali, gravi carestie e i conseguenti fenomeni migratori fuori scala. L’obiettivo è abbattere del 50% le emissioni di gas serra rispetto all’epoca preindustriale entro il 2030, per raggiungere zero emissioni nel 2050.
Per raggiungere questi imprescindibili traguardi è necessario investire molte risorse economiche ed intellettuali, al fine di passare da un modello fortemente dipendente da combustibili fossili, dannosi per le loro emissioni, ad un modello pienamente sostenibile. Il costo di tale transizione ecologica dovrà inoltre essere sostenuto da chi negli ultimi decenni ha spregiudicatamente portato avanti attività dannose ed inquinanti, e non farlo invece ricadere sulle fasce meno abbienti della popolazione, che non hanno ad esempio la possibilità economica di accedere ad alternative di mezzi e prodotti non inquinanti. Per questo parliamo di “giustizia climatica”, perché la sostenibilità non è solamente un aspetto economico ed ambientale, ma anche sociale.
#fridaysforfuture #verona #globalstrikeforclimate2