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Marrone di Verona

- ATTENZIONE: questo articolo è scaduto il 18/01/2018 -

Se c'è un frutto che in Veneto sa socializzare è il "marrone". La stagione autunnale è davvero prodiga con i buongustai, offrendo prodotti che ancor oggi crescono naturalmente nei boschi, caratterizzando questo periodo non solo con i loro sapori, ma anche con i colori e rendendo la cucina del momento tra le più appetibili per i buongustai.

Castagne, funghi e tartufi crescono un po' in tutta la nostra penisola; il Veneto è una delle zone più importanti d'Italia per la raccolta di funghi e di castagne e soprattutto a quest'ultime, tra ottobre e novembre, molte sono le feste e le sagre che vedono protagonista questo prodotto.
L'area, dove ancora oggi è molto diffusa la produzione di castagne, è quella pedemontane del veronese, vicentino e trevigiano, dove dopo secoli di particolari coltivazioni e selezioni si è ottenuto un frutto che per qualità e sapore è indubbiamente unico, al quale è stato dato il nome di "marrone". Quest'ultimo si differenzia dalla castagna per la sua forma ovale allungata, per il colore più chiaro con striature brune ben marcate, per la buccia sottile, che si stacca con facilità e per la polpa più gustosa e dolce.

Presenti nel Veneto fin dalla preistoria, marrone e castagna vennero sfruttati come coltivazione dai romani. Una scelta rivelatasi fondamentale nel corso dei secoli successivi. Il "marrone" ha infatti costituito per lunghi periodi uno degli alimenti che hanno aiutato le nostre popolazioni montane ha superare momenti critici, a limitare la carenza di vitamine e proteine e ad allontanare il fantasma della fame. Raccolto ancora oggi secondo i vecchi metodi tradizionali, bacchiato con lunghe pertiche di canna, messo a mucchi (rissare) a macerare per venti giorni nel riccio, scelto e confezionato opportunamente, il "Marrone" giunge sulla tavola ad arricchire la mensa, a dare un sapore antico, un profumo di bosco e un tono di gioia e felicità. Può essere cucinato in vari modi: lessato, al forno, arrosto e può costituire ingrediente basilare per vari tipi di ricette o dolci.

Questa particolare pianta da frutto non richiede nessun trattamento chimico o antiparassitario, per cui il "marrone" resta ancora oggi uno dei pochi frutti assolutamente genuini.
Testimonianze sull’importanza della castanicoltura nel Veneto si riferiscono già al secolo VIII. Ma è verso la fine dell’800 (“Archivio Storico Veronese”, vol. XXVII, ottobre 1885) che, nella descrizione sull’andamento delle annate agrarie in corso, si comincia a distinguere sistematicamente le castagne dai marroni, identificando questi ultimi con i frutti di maggiori dimensioni e migliori qualità.

Le aree dove vengono coltivati i marroni, protetti dal marchio di Prodotti Tradizionali, sono oggi quelle di Combai e Monfenera in provincia di Treviso, San Mauro e Valrovina in provincia di Vicenza e San Zeno in provincia di Verona, località nelle quali ogni anno si tengono feste e sagre, nel corso delle quali i marroni vengono proposti in stand gastronomici e nei ristoranti in innumerevoli varietà di ricette, dalle semplici "caldarroste" ai piatti più ricercati e abbinati ai molti vini veneti.


Fonte : http://www2.regione.veneto.it/videoinf/rurale/prodotti/marroni.htm