via Carlo Cattaneo 22 - 37121 Verona (VR)
Via Francia, 3 - 3713 Verona (VR)
via San Matteo 46 - Soave (VR)
via Luigi Rossi - 37132 Verona (VR)
via Unita' d'Italia 144 - 37132 Verona (VR)
via Salisburgo 12 - 37136 Verona (VR)
via San Rocco, 50 - 37067 Valeggio sul Mincio (VR)
via Tezze, 82 - 37060 Caselle di Sommacampagna (VR)
via Unità d'Italia 94 - 37132 Verona (VR)
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Biblioteca Capitolare

- ATTENZIONE: questo articolo è scaduto il 31/10/2016 -

Biblioteca Capitolare

La Biblioteca Capitolare di Verona è una Istituzione famosa per l'antichità e preziosità dei-suoi manoscritti, tanto da essere definita dal Lowe «la regina delle collezioni Ecclesiastiche».
Nei confronti di altre biblioteche essa rivendica il primato dell'antichità nell'area della cultura latina.
Ha origine, infatti, nel secolo V d.Cristo come emanazione dello «Scriptorium» (= officina libraria) che i sacerdoti della Schola majoris Ecclesiae, cioè i Canonici del Capitolo (da cui l'aggettivo «capitolare») della Cattedrale, facevano funzionare per la composizione di libri su pergamena, cioè pelle di pecora, per l'istruzione e la formazione disciplinare e religiosa dei futuri sacerdoti.
Uno di costoro, Ursicino, che aveva l'Ordine minore di «Lettore» della Chiesa Veronese, cioè della Cattedrale, dopo aver finito di trascrivere la vita di San Martino, composta da Sulpizio Severo, e la vita dell'eremita tebaico San Paolo, compilata da San Girolamo, alla conclusione del Codice XXXVIII dichiara di aver completato il suo lavoro il «1°agosto dell'anno 517» (quando Teodorico, re degli Ostrogoti, dominava a Verona).
La notizia, anche se scarna nella forma, è di estrema importanza, perché ci presenta, all'inizio del secolo VI, una organizzazione strutturata gerarchicamente per l'attività liturgica e culturale.
Ma la Capitolare possiede anche altri Codici, più antichi di quello scritto da Ursicino, per cui si fa risalire l'origine della Biblioteca almeno ad un secolo prima.
Si tratta del palinsesto Liviano- Virgiliano XL, del Cod. XXVIII «De Civitate Dei» di S. Agostino, risalente all'epoca dell' Autore, cioè l'inizio del secolo V e del codice palinsesto XV, unico al mondo, contenente le «Istituzioni di Gaio». .
Questi insieme ad altri, oltre all'antichità della Capitolare, testimoniano anche la continuità lungo i secoli del Medioevo.
Difatti ogni secolo successivo è rappresentato da un certo numero di codici. Ma l'epoca d'oro dell'attività dello Scriptorium è costituita dal secolo IX: la rinascita carolingia è degnamente rappresentata dalla figura poliedrica dell' Arcidiacono Pacifico. Di lui parla soprattutto l'epigrafe soprastante la porta centrale della parete sinistra del Duomo. Versatile in tutti i campi del sapere umano, diede impulso allo Scriptorium in cui si composero duecentodiciotto volumi; cifra veramente ragguardevole per quei tempi, quando bastava una settantina di volumi per formare una ricca biblioteca.
Anche durante il secolo X, uno dei peggiori per decadenza civile e religiosa, lo Scriptorium veronese svolgeva con impegno il suo lavoro.
Ne è testimone il vescovo Raterio, che nonostante numerose difficoltà incontrate nell'ambiente veronese, beneficò la Schola e non esitò a considerare Verona come l'Atene d'Italia.
Dopo il Mille l'attività calligafrica trova un esempio in Stefano «cantor», cioè maestro della Cappella del Duomo, il quale ci ha lasciato un libro autografo, il Codice XCIV detto «Carpsum», che è un'antologia liturgico-musicale preziosa per la conoscenza delle usanze religiose della nostra Città.

Orario di apertura
Visita: ore 9.30-12.30;
mar e ven, ore 10-12 e 16-18;
chiusa dom e giov.


Fonte : http://www.cattedralediverona.it